Novara-Vercelli: è necessaria una attenta valutazione delle reali necessità e un confronto con il territorio, preliminare ad ogni decisione sull’opera e sul tracciato.

I Circoli di Legambiente dell’Ovest Ticino-Novarese e del Vercellese-Valsesia, Pro Natura del Vercellese e di Novara, FIAB Novara e Novara Green, appreso, da notizie veicolate dai mezzi di informazione, della decisione della Giunta Regionale di finanziare la progettazione della nuova “strada extraurbana principale” di collegamento tra Vercelli e Novara, il 5 luglio 2021, inviavano, alla Regione Piemonte (Presidente, Assessore all’Ambiente, Assessore ai Trasporti, Presidente Commissione Ambiente, Capigruppo), una richiesta di incontro.

Nella proposta si richiamavano gli obblighi di garantire l’informazione e la partecipazione del pubblico, come da Convenzione di Aarhus del 1998, ratificata dall’Italia con la Legge 108/2001. A seguito di tale proposta non si è ricevuto alcun riscontro.

A distanza di alcuni mesi, sottolineano le associazioni, veniamo a conoscenza, da notizie stampa, che i tecnici incaricati hanno consegnato, alla Provincia di Vercelli, lo studio di fattibilità (analisi territoriale preliminare con prime ipotesi di tracciato) e che questo costituirà la base per passare alla fase della progettazione, finanziata dalla Regione. Si apprende, inoltre, che in occasione della comunicazione agli organi d’informazione, Massimo Camandona, consigliere provinciale alle viabilità della Provincia di Vercelli, ha dichiarato di sperare che la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) non sia di competenza ministeriale ma regionale perché “la verifica sul posto è più facile rispetto a controlli su carta da parte del Ministero”.

I rappresentanti delle associazioni evidenziano che si apprende con stupore della poco opportuna messa in dubbio, da parte del consigliere Camandona, delle capacità di valutazione dei preposti organi ministeriali, tantopiù che, trattandosi di strada extraurbana principale, il progetto, rientra nell’elenco di quelli assoggettati a VIA di competenza statale (si veda Allegato II alla Parte Seconda del Codice dell’Ambiente) e sarà proprio valutato dal Ministero della Transizione Ecologica e che quest’ultimo potrà correttamente svolgere la procedura di accertamento della compatibilità ambientale dell’opera, garantendo, come previsto dalle direttive europee e dalla normativa nazionale, la partecipazione del Pubblico e la considerazione di tutte le osservazioni che saranno presentate. La procedura di VIA non deve essere vista come un fastidioso intralcio burocratico da superare velocemente ma quale momento centrale dell’azione politico-amministrativa in quanto garante del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile che tutti dichiarano di condividere ma non altrettanto coerentemente sostengono e perseguono nei fatti.

Sempre grazie agli organi di informazione, stando alla dichiarazione rilasciata dal Consigliere regionale Riccardo Lanzo, il Presidente della Giunta Regionale sarà a Novara e Vercelli il 3 marzo per presentare il cronoprogramma delle attività ma al contempo viene detto che le notizie giunte da Vercelli riguardano un “iter progettuale giunto al termine senza però indicazioni precise sulle caratteristiche del tracciato”, situazione, quest’ultima, che rimanda ad un quadro meno avanzato e alla necessità di approfondimenti che dovranno fondarsi, come per altro indicato dal Piano Regionale per la Mobilità e i Trasporti (PRMT) sulla “attenzione alla sostenibilità per la collettività delle decisioni da assumere mediante una preventiva valutazione socio-
economica e ambientale”.

Si fa presente che il vigente Piano Territoriale della Provincia di Novara prevede e identifica due tratti in variante dell’attuale SS11 in forma di «tangenziali» di Orfengo e di Cameriano, entrambi riportati anche nel vigente Piano Regolatore Comunale di Casalino; un eventuale diverso tracciato comporta la modifica in variante dei citati strumenti di pianificazione e trattandosi di quadro di riferimento per opera sottoposta a VIA, si dovrà attivare la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Per altro manca un quadro settoriale di riferimento puntuale considerato che il PRMT, approvato dal Consiglio regionale nel 2018, è un documento strategico che definisce obiettivi generali e rimanda, per le politiche a medio termine, al Piano di Mobilità delle Persone e il Piano di Mobilità delle Merci (o della Logistica), entrambi in fase di redazione.

A fronte di una scelta di tracciato e di un progetto ancora da predisporre e da sottoporre a duplice valutazione di compatibilità ambientale, stupiscono le affermazioni del consigliere regionale Lanzo (“l’opera si farà” e “i bastoni tra le ruote che qualcuno vorrebbe mettere non servono”) che danno per acquisita e non discutibile la nuova strada, così come il finanziamento del CIPE con 50 milioni di euro di un’opera tutt’altro che progettualmente definita e non ancora approvata.

La questione deve essere affrontata con trasparenza e garantendo il coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse e mettendo a disposizione le informazioni, a partire dall’inquadramento dei problemi viabilistici riscontrati (incidentalità, passaggio all’interno dei centri abitati, ecc.) e dalla tipologia degli spostamenti, tenendo conto del dato di fatto che un nuovo tracciato viario, anche se collocato a lato della ferrovia, determinerebbe il coinvolgimento di zone definite, dal Piano Paesaggistico Regionale, come Aree di elevato interesse agronomico (componenti rilevanti del paesaggio agrario e risorsa insostituibile per lo sviluppo sostenibile della Regione) e come Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (che si vorrebbero tutelare garantendo la loro conservazione attiva, la valorizzazione dei segni agrari e la connettività ecosistemica), con conseguente consumo di suolo (e riduzione di produzione agricola di eccellenza), a fronte di obiettivi europei che chiedono di azzerare la perdita di tale risorsa e anche di un obiettivo specifico del PRMT che assume, quale risultato atteso, quello di contribuire al zero consumo di suolo dovuto a infrastrutture e aree connesse ai trasporti. Tra gli obiettivi del PRMT vi è anche quello di tendere a un trasporto pubblico che serva tutta la domanda potenziale di spostamenti sistematici (casa-lavoro e casa-studio); nel caso in esame si dovrebbe quindi dare priorità ad azioni che consentano di ridurre la quote di spostamento dei mezzi privati leggeri, a partire dal rafforzamento e qualificazione del servizio di collegamento ferroviario tra i due capoluoghi, piuttosto che perseguire vecchie politiche, fondate sulla realizzazione di infrastrutture viarie e sull’incremento dei flussi di traffico su gomma, ben poco allineate con i traguardi di sviluppo sostenibile.

Le Associazioni ambientaliste evidenziano che i motivi del progetto della nuova strada, come riportato nella scheda redatta dalla Provincia di Vercelli per presentare la proposta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si rifanno, prevalentemente, ad aspetti economici e occupazionali, alla fluidificazione del traffico veicolare privato (non alla riduzione dello stesso) e alla velocizzazione del trasporto delle merci su strada (nei fatti, con risparmio di pochi minuti rispetto sia al tracciato attuale della statale, data la lunghezza del tratto di una decina di km, sia a quello autostradale).
Più insistentemente sono invece indicate, quali motivazioni e ricadute “l’interessamento di alcune aziende ad acquisire spazi lungo la nuova direttrice stradale”, le “nuove opportunità di lavoro creando nuove aree industrializzabili lungo l'infrastruttura stradale”, la individuazione di “nuove aree per l'insediamento di nuove sedi industriali che incrementeranno i posti di lavoro, aumentando la produzione sul territorio” e si esplicita che “sarà indispensabile modificare il Piano regolatore dei comuni interessati in modo da permettere l'installazione delle attività che esprimeranno la volontà di insediarsi sulle aree a vocazione industriale”, fino alla “creazione di una nuova area industriale dedicata alle tecnologie avanzate creando le condizioni favorevoli alla nascita di un polo industriale internazionale di valenza statale per un notevole numero di anni”.

La superstrada, dunque, concepita come asse di attestamento di nuovi insediamenti produttivi che richiedono modifiche delle destinazioni d’uso attuali, riduzione delle aree agricole e conseguente ulteriore consumo di suolo, in uno scenario che poco ha a che vedere con la Next Generation, verde, digitale e resiliente e che si colloca all’opposto della strategia di rigenerazione territoriale e urbana.

Legambiente circolo IL PIOPPO Ovest Ticino e Novarese
Legambiente del Vercellese e della Valsesia
Pro Natura del Vercellese
Pro Natura Novara
FIAB Novara
Novara Green